I dati sulla gestione della cronicità, in seguito alla Riforma Sanitaria lombarda, sono impietosi e testimoniano chiaramente che nel Mantovano (come in tutta la regione) la riforma sia un fallimento.

Parlano chiaro i numeri relativi alla nuova gestione dei pazienti cronici lombardi per la provincia di Mantova, conseguente al riassetto dovuto alla Riforma Sanitaria Maroni; dati aggiornatissimi (a giugno 2018) che il Partito Democratico è riuscito ad ottenere e che non sono stati diffusi dall’Assessorato alla Sanità.

Su 138.000 cronici nella provincia di Mantova, solo 113 persone ad oggi hanno sottoscritto il PAI (Piano di Assistenza Individuale) previsto dalla Riforma per la presa in carico dei pazienti da parte di strutture pubblico-private o cooperative.

Rispetto a quanto sbandierato una settimana fa dall’Assessore Gallera, i dati dimostrano un fallimento totale. Abbiamo voluto far conoscere i numeri reali e dettagliati per mettere in luce come la situazione sia ben differente da quanto dipinto dall’Assessore. La Regione ha inviato una lettera di adesione al PAI a 183.000 persone (si va dalle patologie più lievi ai casi di cronicità grave), ma solo 113 cittadini hanno aderito. Questo significa che c’è un senso di profonda incertezza su questo strumento.

Il nuovo modello di gestione dei malati cronici avrebbe dovuto coinvolgere 3,5 milioni di cittadini lombardi, dal meno grave che deve curare solo con un farmaco l’ipertensione al pluripatologico che necessita invece di assistenza sanitaria continuativa e multidisciplinare, il 70% delle risorse del bilancio sanitario regionale impegnato, e la consapevolezza di essere di fronte ad un problema che nei prossimi anni avrà numeri sempre più alti.

L’obiettivo era la presa in carico globale della singola persona con un piano individualizzato per il suo bisogno di cura. Sulla carta poteva essere un modello valido, che in molte regioni è già attuato con successo, ma sono tutte realtà che hanno un sistema differente dal nostro: a forte trazione pubblica, con un lavoro che dura da anni sull’implementazione della sanità territoriale – che è il vero luogo di cura per la grande maggioranza dei cronici -, e che hanno avuto inoltre la forza di introdurre delle leve  organizzative e economiche per gli attori coinvolti (medici di base e specialisti) che hanno portato il modello ad essere efficiente ed efficace.

La proposta lombarda, invece, ha enormi limiti. Nella nostra provincia, i medici di base si sono resi disponibili, per senso del dovere, ma le numerosissime incertezze su questo modello ne stanno decretando il fallimento che i numeri testimoniano, così come il fatto che non sono stati attivati i presidi sanitari territoriali, che dovevano essere un punto chiave della Riforma.

Per questo il Partito Democratico chiederà all’Assessore Gallera di tornare a mettere al centro del progetto di assistenza il medico di base: affidare, quindi, al medico di medicina generale il ruolo strategico di “gestore” di questo modello di presa in carico affinché rimanga responsabile primo della salute di tutti i pazienti con una o due patologie croniche (escludendo i 150mila cittadini con tre o più patologie che già oggi sono di fatto in carico alle Aziende sanitarie o alle RSA).

Inoltre, chiediamo di incentivare, vincolando i benefici ai risultati di salute degli assistiti, la costituzione in cooperativa dei medici “gestori” anche tramite l’offerta di servizi gratuiti (infermiere, servizio segreteria).

Va rivisto radicalmente il progetto di presa in carico regionale che oggi non ha ancora una forma, e rilanciata con l’estensione graduale su tutti i territori e per tutte le patologie l’esperienza dei CREG (Cronic Related Group, modello organizzativo – nato in Lombardia nel 2011 e oggi ancora attivo – di presa in carico dei malati cronici che prevede un piano di cura individualizzato gestito dal proprio medico di base per assicurare la continuità del percorso assistenziale extraospedaliero del paziente anche tramite servizi di telemedicina) che ha visto una adesione apprezzabile dei medici di base e dei pazienti arruolati e su cui esistono già dati di risultato positivi relativi agli esiti di salute e alla sostenibilità economica.

 

 

 

 

 

 

 

Ufficio Stampa Antonella Forattini

Consigliere Regionale Partito Democratico

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Serena Marchini

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