In questi giorni, ATS Valpadana sta chiedendo la disponibilità di posti letto alle RSA da destinare a sub acuti. Scelta peraltro già adottata dalla struttura Green Parck .

In attesa che nei prossimi giorni la curva del contagio cominci a scendere, oggi abbiamo la necessità urgente di trovare posto a tutte le persone positive che non possono stare in isolamento domiciliare e hanno bisogno di essere ricoverate e trattate. È un problema enorme, che però non può essere risolto mettendo gli infetti, tanto più i subacuti, ovunque ci sia spazio, come nelle RSA o strutture simili. Evitiamo che anche le RSA diventino incubatori d’infezioni.

Le residenze sanitarie assistenziali in queste ore stanno manifestando grande preoccupazione perché sono i luoghi di ricovero di persone anziane, dei più fragili, spesso immunodepressi. Qui che anche in una situazione ordinaria si fatica a contenere le infezioni comuni. Il personale oggi è in sofferenza, è carente di dispositivi di protezione e messo sotto pressione dalla situazione che si è venuta a creare. Ovvio che se ci fossero strutture con edifici ben separati, medici e infermieri in esclusiva, personale addetto alla ristorazione e alle pulizie dedicato, il tema si potrebbe affrontare. Ma oggi, nell’emergenza massima, quando stiamo cercando senza sosta sanitari da arruolare anche perché quelli in prima linea si ammalano, non è pensabile. Con la stessa nostra preoccupazione, per tutelare le persone vulnerabili, si è mosso anche il Governo che ha giustamente regolamentato in modo ferreo gli accessi e bloccato le visite.

Pensare dunque di mettere a contatto i pazienti delle case di riposo con un virus subdolo e aggressivo come il Covid 19 sarebbe una catastrofe. Perché colpirebbe mortalmente chi già lotta per la vita e potrebbe far sviluppare nuovi focolai. E di tutto oggi abbiamo bisogno tranne che di nuovi fronti.