Facilitare la ricerca degli alloggi e i servizi di trasporto per gli immigrati impiegati in agricoltura, anche con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali.

Potenziare i controlli, da un lato, e, al contempo, premiare le aziende inserite nella Rete Agricola di Qualità.

Superare la legge Bossi-Fini e semplificare la burocrazia delle assunzioni.

Contrastare la concorrenza sleale, in sede UE e a livello locale, dove si assiste alla nascita di cooperative senza terra o in affitto, create prevalentemente da imprenditori stranieri, che non aderiscono alle associazioni datoriali.

Adottare il Durc di congruità, che come PD stiamo proponendo alle organizzazioni di categoria e sindacali.

Sono le azioni urgenti da mettere in campo per contrastare il fenomeno del caporalato, che abbiamo condiviso con i vertici del mondo agricolo, rappresentati da Alberto Cortesi (Confagricoltura), Fabio Mantovani (Coldiretti), Alex Odini (Cia Est Lombardia), e del sindacato, con Ivan Papazzoni (Flai Cgil) e Ciro Di Lena (FAI CISL Asse del Po), nell’ambito del dibattito “Azioni di contrasto al caporalato nella nostra provincia” che si è svolto al Parco Grola di Torriana di Serravalle a Po, nell’ambito della Festa dell’Unità promossa dal Partito Democratico Federazione di Mantova.

Come ha ribadito Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro, va affermato un modello produttivo di qualità che si basa sulla difesa dei diritti dei lavoratori e sulla valorizzazione delle imprese virtuose.

Si devono applicare gli strumenti che ci sono, come il protocollo Idol creato dalla Prefettura di Mantova, e va potenziata l’alleanza tra mondo delle imprese e dei sindacati, che a Mantova stanno già operando in maniera congiunta sui fronti più sensibili.

In tutto questo, manca l’attenzione del Governo, che da due anni non convoca il Tavolo sul Caporalato.