Ho preso parte alla conferenza stampa indetta a Roma da Filtem e Cgil nazionale per denunciare i rischi che corrono il comparto chimico e le filiere collegate alla luce delle scelte del Governo e di Eni.
Emerge in tutta la sua gravità un problema che riguarda il Paese intero, non solo le regioni interessate alle chiusure. Dismettere la chimica di base in Italia significa dismettere tutte le produzioni che da essa dipendono e soprattutto significa creare un rapporto di dipendenza da altri paesi per la fornitura delle materie prime, con tutto ciò che ne consegue.
A sostegno della vertenza presentata dai sindacati, abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare alla quale ancora non è stata data risposta. Chiederemo che il Ministro Urso venga con urgenza a relazionare in aula sul piano di dismissione di Eni. Non assisteremo passivamente, come sta facendo il Governo, alla perdita di asset strategici per il Paese.
D’altra parte, questo è il Governo che, a fronte dell’ennesimo calo di produzione industriale, ha tagliato le risorse per le politiche industriali da 5,8 a 1,2 miliardi nel 2026.
Di fronte a uno scenario mondiale completamente modificato, è limitata e inadeguata la scelta del Governo di fare cassa: serve una strategia di lungo periodo che rimetta al centro la manifattura, scongiurando la perdita delle nostre produzioni.
