Carissime, Carissimi,

è stata una settimana intensa, si lavora da casa ma è un lavoro più faticoso dell’ordinario. Sono tante le tensioni, i problemi e l’attesa a fine giornata, del numero dei contagi, un appuntamento fisso che mette a dura prova chiunque. La giornata trascorre tra mille telefonate, videoconferenze con i colleghi, con la commissione sanità, con gli amici, il tutto per vedere come risolvere i problemi quotidiani dati dall’emergenza e dove è possibile cercare di dare soluzioni. Siamo in una situazione di estrema emergenza che sta attraversando soprattutto la nostra regione ma anche l’intero paese. Ci troviamo al centro di una pandemia mondiale che sta avanzando senza dare significativi segni di resa: i contagi aumentano giornalmente, così come i decessi. Angosciante anche il dato relativo al numero di ricoverati, con le terapie intensive dei nostri ospedali che sono oramai sature, e il personale sanitario che nello svolgimento della professione ha contratto il virus, così come medici di base e pediatri.
Per questo motivo mi sono sentita con i colleghi di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna per confrontarci sui modelli adottati nella gestione di questa emergenza, perché è innegabile che i Governatori si stiano muovendo in maniera diversa.

A  questo proposito ieri, 19 marzo, in Commissione Sanità abbiamo avuto un confronto serrato con l’Assessore Gallera, sottoponendo alla sua attenzione alcune domande e temi ai quali, al momento, non sono state date le opportune attenzioni. Nello specifico:

  • I sindaci sono in prima linea: è necessario prevedere procedure più rapide per attivare la loro attività sui territori (per esempio l’assistenza a coloro che si trovano in quarantena e il montoraggio dei contatti delle persone positive)
  • Quanti laboratori microbiologici riceveranno l’autorizzazione per l’analisi dei tamponi? Abbiamo bisogno di aumentare la nostra capacità di fare tamponi
  • Eliminare categoricamente la possibilità che le residenze sanitarie assistenziali (RSA) lombarde accolgano pazienti Covid-19 dimessi e guariti per sventare il rischio di creare dei focolai in ambienti fragili
  • È fondamentale, come indica anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, effettuare subito il tampone a tutti coloro che operano nelle strutture sanitarie, a tutti gli operatori delle residenze sanitarie assistenziali lombarde, a tutti i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e ai collaboratori in generale
  • Si farà un ospedale da campo anche a Crema? E anche a Bergamo?
  • Ospedale fiera: come sta andando l’arruolamento del personale sanitario? Come sta andando il reperimento delle attrezzature? Quanti posti letto saranno disponibili?
  • Il lavoro delle ATS – il cui ruolo è quello di coordinare le attività sanitarie sul territorio – sui territori sta incontrando numerose difficoltà. Quali misure per aumentare la loro tempestività e efficacia?
  • A che punto è il reperimento dei dispositivi di prevenzione individuale (DPI) da ditribuire alle RSA e alla medicina di territorio?
  • In Lombardia i decessi superano di gran lunga quelli delle altre regioni (anche in proporzione agli abitanti), come si spiega?
  • Il personale medico in arrivo a Bergamo proviene da altre regioni?

Le nostre proposte nero su bianco

Assieme ai miei colleghi del Consiglio Regionale, abbiamo messo nero su bianco alcune proposte costruttive che possono aiutare a gestire in maniera più efficace questa emergenza:

  • Urge prevedere la nomina di un commissario ad hoc per ogni ATS della regione che gestisca la presa in carico territoriale dei cittadini, soggetto che deve diventare punto di riferimento tra gli ospedali, i medici di medicina generale e i servizi dei comuni;
  • Va previsto il tampone per tutti i cittadini delle aree particolarmente colpite che oggi si recano sul posto di lavoro sia perché svolgono servizi essenziali sia perché le proprie aziende hanno scelto di rimanere aperte;
  • È necessario svolgere una azione preventiva anche sui residenti nelle case popolari della regione, in quanto sono luoghi che rischiano di diventare incubatori di contagi per l’utenza fragile e anziana che vi risiede e per le condizioni strutturali di quelle abitazioni che rendono complesso il completo rispetto delle indicazioni igienico comportamentali che oggi sono fondamentali per debellare il virus.

Auspichiamo che queste proposte, che vanno in una ottica di collaborazione fattiva per l’obiettivo comune di far uscire la Lombardia quanto prima da questa emergenza, si traducano in azioni concrete da parte del Governo e di Regione Lombardia.

La nostra lettera aperta a Fontana e Gallera
La nostre domande a Gallera

Decreto legge “Cura Italia”

E’ stato approvato il Decreto legge “Cura Italia”, uno sforzo enorme per affrontare le due emergenze, quella sanitaria e quella economica . Sicuramente un primo passo per affrontare i problemi dati dalle restrizioni, 25 miliardi di euro messi a disposizione dei settori più colpiti. Un primo passo ovviamente! Ma come stanno facendo molti Comuni, tutte le istituzioni devono fare la propria parte. Anche la Regione deve dare un segnale sul fronte delle proprie imposte, sospendendole o rateizzandole, così come il bollo auto che per artigiani, commercianti e imprese, soprattutto piccole, che hanno più mezzi, ha un suo peso. Ma soprattutto occorre far correre i contributi e i finanziamenti agevolati, con procedure più semplici e immediate, perché le imprese non debbano scontrarsi anche con la burocrazia. Su questo fronte la Regione batta un colpo.

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Agricoltura

I consiglieri regionali del Pd lo avevano chiesto una decina di giorni fa a Regione Lombardia e ora ci ha pensato il Governo, rispondendo positivamente: “Nel Decreto legge cosiddetto Cura Italia è stato previsto un anticipo della Pac, la Politica agricola comune, che passa dal 50 al 70%. 

 Adesso la questione torna in mano a Regione Lombardia che ovviamente deve accelerare al massimo i tempi e semplificare il più possibile le procedure in modo che questi soldi arrivino presto nelle casse delle nostre tante aziende agricole.

 Questo aumento dell’anticipo darà una boccata di ossigeno in termini di liquidità ai nostri agricoltori operanti nel settore agroalimentare. Tra i tanti comparti in sofferenza in un momento così difficile, questo, per sua stessa natura, non può permettersi interruzioni.

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Un caro saluto,
Antonella