Per la Lombardia la cura ci sarebbe: che Fontana, insieme alla sua Giunta, ammettesse il fallimento e andasse a casa.

Che la mozione di sfiducia, oggi in consiglio, non passasse era prevedibile, ma per noi minoranze che l’abbiamo firmata insieme era un atto dovuto per dimostrare ai cittadini che vogliamo dire “no”, non ci stiamo a far finta di niente davanti a tanta incompetenza.

Incompetenza che si somma anche a scarsa trasparenza. Da luglio a oggi abbiamo presentato oltre cento richieste di accesso agli atti per avere dati e informazioni fondamentali che ci servono per capire lo stato delle cose e farlo conoscere ai cittadini. Per la gran parte sono rimaste inevase perché la Giunta continua a tergiversare.

Triste, poi, vedere oggi l’aula consiliare usata come tribuna dal centrodestra per attaccare altre istituzioni, svilendo il ruolo del nostro consiglio e cercando di scaricare le colpe su altri in un’inutile operazione scaricabarile.

I danni fatti dal centrodestra in Regione, in questi mesi, sono sotto gli occhi di tutti. Un presidente che ci ha abituati a falsità e mezze verità, mettendo in scena un teatrino indecente nella gestione della pandemia e che si comporta da padrone delle istituzioni rispondendo solo alla sua parte politica, rifiutando il confronto.

Un fallimento certificato dalla stessa maggioranza, che prima ha silurato un direttore generale al welfare e poi un assessore. Ma quello che vediamo è anche l’epilogo drammatico di un sistema ventennale – quello creato dallo stesso centrodestra nei suoi due decenni di governo in regione – che ora mostra tutte le sue debolezze e ci crolla davanti agli occhi.