Non costringiamo le famiglie a scegliere se accedere alla misura di sostegno o privilegiare il diritto allo studio. Il Gruppo Pd in Consiglio Regionale ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sul programma operativo regionale per la non autosufficienza, in particolare la Misura B1 per i disabili gravi.
Si tratta di un contributo che ha avuto successo, ma nel tempo ha visto diminuire l’importo erogato alle persone che ne sono state beneficiarie.
La Misura B1 è finalizzata a garantire la permanenza al domicilio e nel proprio contesto di vita di chi ha una disabilità grave o gravissima, e si concretizza nell’erogazione di un contributo mensile concesso a titolo di riconoscimento dell’assistenza fornita da parte del caregiver familiare o del personale di assistenza impiegato.
Il contributo mensile si compone di un buono a quota fissa pari a 600 euro, che può essere incrementato dai 3 ai 500 euro. Ma è anche previsto che il buono integrativo venga meno se la persona con disabilità frequenta per più di 14 ore servizi scolastici o centri diurni. E questo lede le persone interessate sia nel diritto allo studio, sia nella possibilità di sviluppare percorsi di vita inclusivi, risultando indiscutibilmente discriminatorio.
Nell’interrogazione del Pd viene sottolineato come “nel 2021 sia la quota fissa che la variabile, a seconda delle ore, debbano essere riviste e vada rimossa o rimodulata la soglia delle 14 ore, appunto perché non ci può essere in famiglia un dilemma nella scelta tra il diritto all’assistenza e il diritto allo studio, entrambi riconosciuti costituzionalmente”.
E di fronte alla domanda alla Giunta se non ci sia modo o intenzione di incrementare le risorse, l’assessore alla Disabilità Locatelli ha ricordato che le risorse arrivano per 90 milioni di euro dallo Stato e per 23 dalla Regione, che sta facendo uno sforzo ulteriore per soddisfare la domanda, in particolare riferita ai disabili gravissimi. In sostanza, ci ha dato ragione e ha accolto il nostro appello a cercare di andare incontro ancora di più alle famiglie. Dunque, ci aspettiamo che agisca presto in questo senso.
Inoltre, abbiamo sollecitato la Giunta a tener conto anche della particolarità di questi anni di pandemia, e a incentivare l’assistenza domiciliare, su cui siamo davvero indietro in Lombardia.