L’impegno delle realtà della distribuzione nella lotta allo spreco alimentare è ammirevole e va esteso, in maniera organica e strutturale, ai settori della ristorazione e del commercio.

Per tale ragione, il Partito Democratico ha presentato un progetto di legge per la riduzione degli sprechi nel settore della ristorazione attraverso il reimpiego delle eccedenze alimentari, nonché gli incentivi fiscali per la riconversione degli scarti agroalimentari.

La legge in vigore, la n. 166 del 19 agosto 2016, ha contribuito a ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare, favorendo un recupero pari al 23% del cibo avanzato e la donazione dei prodotti in eccedenza. È comunque necessario proseguire su questa strada e introdurre norme in grado di assicurare un maggiore contrasto dello spreco alimentare, che in Italia vale quasi 16 miliardi di euro all’anno, circa l’1 per cento del prodotto interno lordo nazionale.

Secondo gli ultimi dati, nella ristorazione lo spreco dei pasti ordinati supera il 30 per cento. Per quanto riguarda la rete del commercio, in Europa la mancata commercializzazione di alimenti che, pur possedendo caratteristiche organolettiche ordinarie, presentano difetti esclusivamente estetici, provoca lo scarto di 50 milioni di tonnellate di prodotti agricoli all’anno.

La proposta di legge a firma PD reca disposizioni in materia di riduzione dei rifiuti alimentari, asporto del cibo e delle bevande non consumati da parte dei consumatori e incentivi per la riconversione degli scarti agroalimentari e per la commercializzazione dei prodotti agroalimentari con difetti estetici.

L’iniziativa legislativa prevede inoltre l’istituzione di un logo utilizzabile dagli esercizi commerciali e la realizzazione di apposite campagne di informazione per promuovere la rete della ristorazione impegnata nella riduzione degli sprechi e per incentivare il consumatore verso comportamenti anti-spreco.